con Ulrich Urni, direttore generale a. i.
Conosciamo a fondo i mercati in cui operiamo.
La Posta continuerà a essere in grado di assolvere al mandato di servizio universale finanziandolo con mezzi propri.
Nonostante il difficile contesto, molte unità hanno conseguito ottimi risultati.
Gli investimenti sono indispensabili per imprimere una svolta positiva al nostro sviluppo.
Intervista
Nel 2018 il risultato del gruppo La Posta Svizzera SA si è ridotto rispetto all’anno precedente. Questo risultato va visto tuttavia in una luce positiva e la Posta guarda con ottimismo al futuro. Ce lo spiega nell’intervista il direttore generale Ulrich Hurni.
Come possiamo riassumere il risultato conseguito dal gruppo nel 2018?
A livello generale si può constatare come nel 2018 il risultato del gruppo abbia subito una netta contrazione rispetto a quello dell’anno precedente, soprattutto per effetto del calo dei ricavi di PostFinance e dei rimborsi di AutoPostale. A parte queste due unità operative, tutte le altre unità hanno chiuso con un risultato migliore rispetto al 2017.
Era previsto un simile risultato?
Conosciamo a fondo i mercati in cui operiamo. Di conseguenza questa tendenza sfavorevole non ci coglie assolutamente di sorpresa. Fattori d’influenza come il calo dei volumi delle lettere, la pressione sui prezzi che interessa tutte le unità e il perdurare dei bassi tassi d’interesse, che grava in misura determinante sul risultato di PostFinance, si acuiscono ulteriormente. Anche nel prossimo anno d’esercizio dovremo fare i conti dunque con le stesse sfide.
Quali unità operative hanno registrato un andamento particolarmente positivo nel 2018 e per quale ragione?
Nonostante il difficile contesto, molte unità hanno conseguito ottimi risultati. Il mercato dei pacchi è in piena espansione: di qui i buoni risultati ottenuti da PostLogistics. Con Swiss Post Solutions (SPS) stiamo procedendo bene anche nelle attività internazionali. Per quanto riguarda RetePostale, il percorso intrapreso comincia a dare i propri frutti. Anche PostMail è riuscita a migliorare il risultato rispetto all’anno precedente.
Alla luce del calo dei volumi, il miglioramento conseguito presso PostMail stupisce. Come si spiega questo risultato?
In Svizzera il calo degli invii di lettere è meno drastico rispetto a quello registrato in altri paesi europei. A ogni modo, abbiamo adattato coerentemente i nostri processi alle minori quantità, aumentando l’efficienza dei costi. In più, continuiamo a trarre profitto dalla spartizione in sequenze: con questo sistema, infatti, una parte consistente degli invii viene spartita in modo automatico fino all’ordine previsto per le cassette delle lettere, riducendo i tempi di recapito.
Quali unità operative hanno registrato invece un andamento negativo nel 2018 e per quale ragione?
A seguito dei fatti che hanno interessato AutoPostale, ci siamo impegnati a restituire integralmente già nel 2018 le somme indebitamente percepite nel corso di molti anni. Ciò ovviamente ha avuto delle ripercussioni sul risultato annuale. Anche PostFinance ha registrato una netta contrazione del risultato, per quanto si tratti in questo caso di un risultato prevedibile alla luce della situazione dei tassi d’interesse.
Tuttavia, nonostante il risultato del gruppo sia inferiore rispetto all’anno precedente, è possibile valutarlo positivamente. La gestione funzionale ci ha permesso di ridurre notevolmente i costi anche nell’overhead. Conosciamo i motivi che hanno condizionato il risultato e non dimentichiamo che possiamo vantare successi in numerose unità grazie al forte impegno dei nostri collaboratori, ai quali va un ringraziamento particolare.
Quanto pesa sul gruppo il risultato di PostFinance? Senza i cospicui profitti di PostFinance, la Posta ha ancora risorse sufficienti per autofinanziare il servizio universale?
La Posta continuerà a essere in grado di assolvere al mandato di servizio universale finanziandolo con mezzi propri. Tuttavia non potrà più versare alla Confederazione, in veste di proprietaria, un dividendo nella forma attuale. Nel prossimo futuro, infatti, il gruppo non potrà contare su un dividendo da parte di PostFinance. Ciò non è dovuto soltanto al basso risultato, bensì anche al fatto che PostFinance è tenuta a costituire un capitale proprio supplementare in virtù della propria rilevanza sistemica.
L’eventuale abolizione del divieto di credito e ipoteca sarebbe sufficiente ad assicurare nel lungo termine il modello di business di PostFinance?
Ovviamente noi accogliamo con favore la decisione di principio del Consiglio federale di voler abolire il divieto di concedere crediti e ipoteche. Un simile passo ci consentirebbe di ampliare di conseguenza le nostre attività nel mercato finanziario, il che è importane per il futuro di PostFinance e della Posta. Ma dobbiamo essere realisti: passerà ancora molto tempo prima che l’abolizione del divieto diventi eventualmente realtà.
Nel 2016 la Posta ha stabilito gli obiettivi e la strategia per il periodo 2017–2020. Sarà forse necessario apportare delle modifiche proprio ora che siamo già a metà strada del periodo strategico?
Conosciamo i mercati e i loro sviluppi. Li conoscevamo anche nel 2016, quando abbiamo predisposto gli obiettivi e la strategia per gli anni 2017–2020. Di conseguenza l’attuale strategia continua a essere valida anche se ogni anno viene sottoposta a verifica dalle singole unità, dalla Direzione del gruppo e dal Consiglio di amministrazione e, laddove necessario, vengono anche apportate modifiche. Basti pensare ad esempio alla decisione, presa nel settembre 2017 dalla Direzione del gruppo e dal Consiglio di amministrazione, di recapitare fino a mezzogiorno i quotidiani in abbonamento nelle località in cui non è previsto il recapito mattutino. La strategia è il nostro quadro di riferimento; tuttavia può succedere che si rendano necessari degli aggiustamenti che poi, naturalmente, vengono anche realizzati.
Possiamo affermare che la Posta è sulla buona strada, in quanto affronta le sfide realizzando le ottimizzazioni del caso, adattando opportunamente l’attività di base e sviluppando nuovi settori di crescita.
Quali sono i fattori necessari per garantire il successo duraturo della Posta in futuro?
Il calo dei volumi, la pressione sui prezzi e i bassi tassi d’interesse continueranno a metterci a dura prova. Pertanto un fattore cruciale per PostFinance sarà l’abolizione del divieto di concedere crediti e ipoteche. Ma anche a PostMail c’è necessità d’intervento: l’ultimo adeguamento dei prezzi delle lettere risale al 2004, perciò sarà assolutamente indispensabile procedere a un nuovo aumento nei prossimi anni. La discussione deve ora proseguire nel quadro della situazione generale. Ciò comprende anche il dialogo aperto con la politica e la proprietaria in merito alle condizioni quadro. In questo modo la Posta potrà esserci per tutti anche in futuro e continuare a fornire le ottime prestazioni di sempre. Un servizio universale autofinanziato e di elevata qualità deve essere d’interesse per tutti.
Come e in quali ambiti saranno necessari investimenti e in che modo verranno finanziati dalla Posta?
Gli investimenti sono necessari per imprimere una svolta positiva al nostro sviluppo. Partiamo dal presupposto che il volume di pacchi crescerà ulteriormente, il che significa che dovremo realizzare altri sottocentri. Fra non molto tempo sarà anche necessario sostituire gli impianti dei centri pacchi esistenti. PostFinance porterà avanti la trasformazione in Digital Powerhouse, investendo di conseguenza in nuovi servizi elettronici. A ciò si aggiunge la necessità della Posta di crescere, effettuando a tal fine anche acquisizioni di una certa entità. L’importante è riuscire a finanziare autonomamente questi investimenti, e i mezzi per farlo li abbiamo.
In quali mercati risulterebbe particolarmente logico procedere ad acquisizioni?
In linea di massima possiamo dire che prendiamo in considerazione le acquisizioni soltanto se apportano alla Posta un valore aggiunto strategico, sia esso in termini di rafforzamento sostanziale della nostra attività di base o di trasferimento del know how grazie ad aziende specializzate e innovative. Per noi le acquisizioni servono a consolidare e sviluppare il nostro core business, ovvero i servizi finanziari, la logistica e il mercato della comunicazione. Rimaniamo dunque attivi nei mercati che conosciamo meglio.
È già possibile fare delle previsioni per l’anno d’esercizio 2019?
Siamo ben equipaggiati. Conosciamo benissimo i nostri mercati di attività e procediamo secondo i piani con la nostra strategia per il periodo 2017–2020. Ciò non toglie che il risultato del gruppo sarà sottoposto ancora di più a pressione, perciò dovremo attenerci con coerenza alla nostra strategia.